Delizia Estense

La Tradizione

Coltiva il Futuro

Delizia Estense

La Tradizione

Coltiva il Futuro

Insieme alla città di Ferrara e al Parco interregionale del Delta del Po, queste ville monumentali sono state inserite dall’UNESCO nella lista dei patrimoni dell’umanità. La motivazione di questo prestigioso riconoscimento: “le residenze dei duchi d’Este nel Delta del Po illustrano in modo eccezionale l’influenza della cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale“, ne sottolinea l’importanza storica ed artistica.

Storia

Un affascinante

viaggio lungo

cinque secoli

A Ovest di Ferrara, immerso nella campagna di Vigarano Pieve, si erge il complesso della Delizia della Diamantina.

Una volta giunti di fronte all’edificio principale, l’occhio viene immediatamente catturato dall’imponente torre dell’orologio, che risale alla metà del 1400: nel Medioevo la sua funzione era quella di torre di avvistamento, ma i secoli le hanno regalato l’altrettanto importante ruolo di scandire il tempo.

Dal 1506 in poi la Diamantina divenne la residenza di campagna dei Duchi Estensi, luogo prescelto per la gestione degli affari della nobile famiglia: secondo le cronache del tempo Lucrezia Borgia, moglie di Alfonso I d’Este, impegnò il proprio patrimonio per completare la bonifica di una vasta area valliva allo scopo di rendere produttivi i terreni e migliorare le condizioni di vita dei contadini.

Nel 1597, in seguito alla morte senza eredi di Alfonso II d’Este, Ferrara tornò sotto la sovranità dello Stato Pontificio, mentre la tenuta rimase di proprietà degli Este che nel frattempo si erano trasferiti a Modena; nel 1827 fu acquistata da Silvestro Camerini, che la restaurò e diede inizio alla bonifica meccanica rendendo la zona idonea a ospitare numerose coltivazioni. Nel 1866 il Duca morì e la sua eredità passò al nipote, Giovanni Camerini, grazie al quale la Diamantina assunse l’aspetto attuale.

Nel 1892 la primogenita di Giovanni Camerini, Maria, si sposò in giovane età con un ricco vicentino erede della nobile famiglia Scola: fu così che i cognomi Scola e Camerini si unirono sotto un unico stemma. La tenuta rimase di proprietà della famiglia Scola Camerini fino al 1968, quando fu acquistata dalla famiglia Cavallari.

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Esposizione del
progresso agricolo

Alla scoperta delle radici dell'agricoltura

Due piani del nobile edificio sono dedicati a una collezione unica nel suo genere: l’Esposizione del progresso agricolo, aperta al pubblico il 31 maggio del 1981. Raccolti con grande pazienza ed enorme passione dal Dottor Enzo Cavallari, gli attrezzi di lavoro manuali e meccanici e i singolari utensili disseminati nelle ampie sale ci portano a un’epoca in cui l’uomo doveva ottenere il meglio dalla terra con sudore e ingegno, con il solo ausilio della forza animale e attraverso il sapiente perfezionamento della tecnica e l’uso produttivo e razionale delle risorse

Esposizione del
progresso agricolo

Alla scoperta delle radici dell'agricoltura

Due piani del nobile edificio sono dedicati a una collezione unica nel suo genere: l’Esposizione del progresso agricolo, aperta al pubblico il 31 maggio del 1981. Raccolti con grande pazienza ed enorme passione dal Dottor Enzo Cavallari, gli attrezzi di lavoro manuali e meccanici e i singolari utensili disseminati nelle ampie sale ci portano a un’epoca in cui l’uomo doveva ottenere il meglio dalla terra con sudore e ingegno, con il solo ausilio della forza animale e attraverso il sapiente perfezionamento della tecnica e l’uso produttivo e razionale delle risorse

In questa esposizione è anche possibile essere testimoni di un affascinante racconto della lavorazione della canapa nelle campagne ferraresi, ben 42 fotografie in bianco e nero che mostrano ogni singola fase della lavorazione, dal taglio manuale al caricamento sui carri, di questa pianta legnosa alta il doppio dell’uomo.

Carriola collegata a una bicicletta per la bonifica dei terreni, ideata e utilizzata da Silvestro Camerini.
Imbragatura utilizzata dai buoi per trainare la seminatrice.
Attrezzi agricoli manuali.
Falciatrice Krupp a traino animale, antesignana delle moderne mietitrebbie.
Carrucola in legno e ancora in ferro, utilizzate nell’aratura meccanica.
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“L’esposizione è stata voluta e curata con l’intento di mostrare la profonda, radicale trasformazione dell’agricoltura.”

Dottor Enzo Cavallari​

Palcoscenico di grandi figure

Nel corso dei secoli la Delizia della Diamantina ha ospitato personalità di grande rilievo

appartenenti a celebri famiglie italiane, in particolare quella degli Estensi e degli Scola Camerini.

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Lucrezia Borgia

1480-1519

Moglie di Alfonso I d’Este, sposato in terze nozze, Lucrezia trascorse molti anni alla Diamantina e instaurò un buon rapporto sia con la nuova famiglia, sia con la popolazione ferrarese. Dimostrò una spiccata capacità imprenditoriale e gestì con oculatezza le risorse economiche: anche grazie agli aiuti finanziari del padre, Papa Alessandro VI, Lucrezia iniziò le attività di bonifica dei paludosi terreni della Diamantina, che si estendevano per circa 4000 ettari.

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Silvestro Camerini

1777-1866

Il 17 ottobre del 1827 è una data importate: quel giorno, infatti, la Diamantina passò nelle mani di Silvestro Camerini. Analfabeta e di umilissime origini, Silvestro lasciò la famiglia a Castel Bolognese per trasferirsi a Ferrara. Questo spostamento coincise con l’inizio della fortuna economica del futuro Duca: nel ferrarese Silvestro lavorò dapprima come “carriolante”, quindi si affermò come “caporale di compagnia di giornalieri”, ottenendo appalti sempre più rilevanti nella costruzione e riparazione di arginature. A lui si devono le opere di restauro della residenza e la costruzione di un oratorio.

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Conte Giovanni Camerini

1837-1919

Nipote di Silvestro Camerini, Giovanni ricevette, con atto notarile del 16 maggio 1866, sia il Palazzo, sia la tenuta della Diamantina. Figlio di Cristoforo Camerini, fratello di Silvestro, e Senatore del Regno d’Italia, Giovanni è una figura chiave: è lui che ha terminato le opere di bonifica e trasformato la magnifica estensione di terreno con villa in agro di allora nella prestigiosa tenuta che conosciamo oggi.

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Contessa Luisa Camerini

1842-1924

Moglie di Giovanni, al quale diede otto figli. La primogenita, Maria, manifestò la volontà di sposarsi con il Barone Bartolomeo, appartenente alla famiglia vicentina degli Scola. Il padre acconsentì alle nozze, ma impose alla figlia di aggiungere al cognome del futuro marito quello della famiglia d’origine: nel 1892 nacque così il cognome Scola Camerini, che segnò un periodo importante della storia della Diamantina.

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